Contaminazione batterica dei dispositivi: come gestire la disinfezione.

Cristiano Bossardi Ottobre 27, 2023 0 commenti

Uno studio pubblicato nel 2023 ha dimostrato come un nuovo regime di pulizia, utilizzando salviette con 70% di alcol e 2% di clorexidina, sia in grado di prevenire la proliferazione di agenti patogeni sui device utilizzati in cliniche e ambulatori veterinari.

È già dimostrato come le infezioni ospedaliere possano costituire un onere finanziario per l’assistenza veterinaria, ed è ben conosciuto il ruolo che i dispositivi elettronici hanno nella trasmissione batterica. Essi sono infatti tra le superfici più contaminate con cui veniamo a contatto nel corso della giornata.

Molti agenti patogeni associati agli ambiti clinici sono in grado di sopravvivere su queste superfici rappresentando pertanto un potenziale veicolo per la trasmissione di infezioni.

Basandosi su studi e ricerche condotti in ambiente umano, i ricercatori hanno posto come obiettivo della loro ricerca verificare la presenza o meno di contaminazione batterica sui dispositivi e di testare un nuovo regime di pulizia utilizzando salviette umide per superfici con alcol al 70% e clorexidina al 2%.

Campioni casuali per la coltura sono stati ottenuti dai tablet utilizzati dagli operatori veterinari sia in ambito ospedaliero che clinico. Ogni device è stato sistematicamente tamponato tre volte su tutti i lati utilizzando uno schema a griglia per includere lo schermo e i pulsanti con tamponi di coltura sterili. I campioni sono stati refrigerati e poi coltivati ​​entro 24 ore dalla raccolta.

Sono stati analizzati un totale di 25 dispositivi, di cui il 68% è risultato contaminato da agenti batterici. Le specie Bacillus (21%) sono state le più comuni, seguite dalle specie Pasteurella (14%), specie Acinetobacter (11%), specie Eikenella (11%), streptococchi beta-emolitici (11%), stafilococchi coagulasi positivi (7%), Escherichia coli (7%) e stafilococchi coagulasi negativi (7%). Quelli con la prevalenza più bassa erano streptococchi alfa-emolitici (3%), specie Enterococcus (4%) e specie Pseudomonas (4%).

Tra i batteri isolati dai ricercatori, l’89% risultava resistente ad almeno uno degli antibiotici testati, ed il 75% di essi era resistente alla clindamicina. I ricercatori sono quindi passati alla fase successiva: la disinfezione.

Con la mano guantata, i dispositivi sono stati puliti tre volte sull’intera superficie dello schermo con la stessa salvietta e lasciati asciugare per 5 minuti a temperatura ambiente.

Una seconda raccolta del campione è stata effettuata dopo la decontaminazione, con lo stesso metodo di raccolta effettuato prima della pulizia. Ulteriori campioni sono stati ottenuti alle 6 e alle 12 ore dopo l’implementazione del regime di pulizia.

Durante quel periodo, gli i device venivano utilizzati regolarmente. Dopo la disinfezione con le salviette disinfettanti si è osservata l’eliminazione della contaminazione microbica.

La disinfezione con salviette contenenti alcol al 70% e clorexidina al 2% si è rivelata efficace nel rimuovere i microbi dai tablet.

Non si è verificata crescita su nessuno dei dispositivi a 5 minuti, 6 ore e 12 ore dopo la pulizia, nonostante il normale utilizzo all’interno dell’ospedale.

Fonte: Maria Zurita, Matthew Garland and Tony Ryan“, Bacterial colonisation and the effect of a cleaning regime on iPad patient side electronic devices used in a veterinary healthcare setting”, 2023.

Trovi qui l’articolo originale: https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/1098612X231169231